Cos’è il voto? Che significa votare?
Pochi lo comprendono pienamente, La maggior parte non si rende nemmeno lontanamente conto di cosa significa quella croce che appone sul simbolo o sul candidato. Eppure è l’atto più importante della vita di un individuo nella società Michele Fogante
Sono molti i costi della politica, conosciuti a volte, incompresi nella quasi totalità dei casi, perché la nostra visione, parziale e limitata, degli eventi ci impedisce di comprendere pienamente l’entità e la vastità dei danni diretti, indiretti e collaterali
Ne conosciamo gli aspetti superficiali, perché i media quotidianamente provvedono a informarci di decisioni, indecisioni, balletti e tentennamenti che governo e opposizioni esibiscono, ma soprattutto ci informano di ruberie, ladrocini e scandali vari commessi da politici corrotti. Scandali che sollevano giusta indignazione popolare, ma tanto effimera e breve quanto inutile e dannosa perché l’estrema ripetitività può portare assuefazione mentale, sopisce le coscienze e scoraggia il libero pensiero. La politica, quella “cattiva” fatta per profitto personale, che sia per denaro o per potere, costa molto più di quanto ogni “tranquillo” cittadino possa lontanamente immaginare. Possiamo e dobbiamo cercare di ampliare la nostra visione dello stato delle cose. Iniziamo con un rapporto (fonte UIL) molto ben fatto che vi invito a leggere con molta attenzione, vi porterà via alcuni minuti, ma saranno ben spesi:
link: http://www.uil.it/documents/NEW_costipoliticade2013.pdf
dal quale riporto una tabella e qualche stralcio:
Enti |
Numero – anno 2013 |
Parlamento- Governo* |
1.041 |
Regioni** |
1.270 |
Province |
3.446 |
Comuni |
138.834 |
Totale cariche Elettive |
144.591 |
Cda aziende pubbliche |
24.432 |
Collegi dei revisori e collegi sindacali PA e aziende pubbliche |
45.768 |
Personale di supporto politico |
39.520 |
Incarichi di consulenza PA e aziende pubbliche |
545.648 |
Apparato politico *** |
324.780 |
Totale |
1.124.739 |
“I costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,2 miliardi di euro, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi (per mancati risparmi) derivanti dalla “sovrabbondanza” del sistema istituzionale.”
“Una somma pari a 757 euro medi annui per contribuente, che pesa l’1,5% sul PIL. Sono oltre 1,1 milione le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica, il 5% del totale degli occupati nel nostro Paese.”
“Un esercito al cui vertice ci sono oltre 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.041 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.270 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.446 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.834 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali. A questi si aggiungono gli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione delle società pubbliche; oltre 45 mila persone negli organi di controllo; 39 mila persone di supporto degli uffici politici (gabinetti degli organi esecutivi nazionali e locali, segreterie di Ministri, Sindaci, Presidenti di Regioni e Province, Assessorati ecc.). Inoltre, sono 324 mila le persone di apparato politico (“portaborse”, collaboratori gruppi parlamentari e consiliari, segreterie partiti, collegi elettorali ecc.) e 545 mila coloro che hanno contratti di consulenze e incarichi.”
Fin qui i danni diretti e indiretti secondo il rapporto UIL nel quale si fa riferimento ai “professionisti” della politica in attività, direttamente e/o indirettamente impiegati. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, e come in un vero iceberg la parte più grande dei danni imputabili e/o riconducibili al sistema politico è sotto la superficie
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In una ipotetica gara a “vota il peggiore” per i comportamenti dei politici, dei partiti e delle parti sociali si avrebbe grande difficoltà ad aggiudicare il primo posto, difficile anche far commenti, in effetti solo a ragionare su come si comportano c’è da dar di stomaco:
ex politici, vitalizi e/o pensioni – cumulabilità
Nel 2016 esclusivamente per camera e senato risultano circa 2600 vitalizi in pagamento, costo stimato circa 190 milioni di euro. Al mucchio dei 2600 vanno aggiunti eventuali presenze nel parlamento europeo e le orde fameliche elette ai consigli regionali. Ci sono poi i “vitalizi ereditari” eh sì perché se l’onorevole muore entra in campo la reversibilità: coniuge superstite – in mancanza di vedovi ai figli – fino a sorelle e fratelli superstiti se fiscalmente a carico del deceduto. Nel bilancio alla voce “vitalizi di reversibilità” troviamo 43 milioni di euro in uscita (25 la camera e 18 il senato).
L’ammontare dei vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali è di 173 milioni annui ed è in costante ascesa a causa di coloro che rientrando nei termini di età sfrutteranno la finestra di “uscita”. L’importo può sembrare quasi piccolo, visto che si parla di milioni mentre sui media campeggia il monte debiti dello stato in mld, ma questi vitalizi vengono percepiti da / per 10-20-30 addirittura 40 anni!
Se non soffrite di cuore fate una piccola moltiplicazione e vedrete che cifre ! e se avete dimenticato le moltiplicazioni nessuna paura, a voi ha pensato il consiglio regionale del trentino alto adige che con la legge n°6 del 2012 ha approvato una modifica che consente di percepire anticipatamente il monte vitalizio; così 130 ex consiglieri vanno a dividersi un bottino di 90 milioni! La vicenda merita approfondimenti quindi allego link ai quali informarsi almeno sommariamente:
Di regione in regione: noto a tutti il caso di: luca boneschi, eletto nelle file dei radicali, ha passato ventiquattro ora alla camera nel 1982, unico suo atto la lettera di dimissioni poi la “meritata pensione”. Pensionato a vita per un solo giorno di lavoro vi sembra imbattibile? Si può fare di meglio! è il caso di anna maria figlia di natale cacciola eletto all’assemblea siciliana per il partito monarchico, dopo tre anni , finito il mandato maturò il vitalizio. deceduto il monarchico l’assegno, oggi di circa duemila euro è passato per reversibilità alla figlia che lo incassa da oltre 40 anni senza mai essere entrata all’assemblea regionale. E non è la sola, a settanta anni dalla prima seduta regionale del 1947 vengono pagati ancora oggi otto vitalizi ai discendenti di quei primi “eletti”.
Rimanendo in sicilia a lista è lunga, sono 310 gli assegni che la regione elargisce in vitalizi: 180 a ex esponenti politici per un totale annuo di circa 11 milioni e 130 in reversibilità agli eredi per un totale annuo di circa 7 milioni (11+7=18 milioni annui il totale in uscita).
Percorrendo tutto lo stivale su fino al veneto; anche qui aver fatto il consigliere regionale è stata una pacchia, sono 225 i vitalizi concessi per un costo di 11,2 milioni annui, tutti cumulabili con altri vitalizi, pensioni e stipendi o incarichi temporanei retribuiti (In tutta italia sono centinaia i casi di politici che di assegni da vitalizi e/o pensioni ne percepiscono due o addirittura tre).
Oltre ai fatti del trentino citati per il monte vitalizio anticipato ; sommariamente riportati solo due esempi, sicilia e veneto, per evidenziare che la linearità comportamentale va oltre la posizione geografica. Ci sono consigli regionali che riescono ad essere più “spudorati” di altri, ma nel complesso il comportamento è similare e interessa l’intera colorazione politica, i politici regionali italiani si sono mossi insomma sulla stessa falsariga. Arraffare tutto il possibile e in qualche caso anche l’impossibile.
gli Italiani non sono mai riusciti a unificarsi, diversità nei costumi nei dialetti nella alimentazione nelle attitudini lavorative, industria e commercio, rivalità per campanilismo chi più ne ha più ne metta; con l’unica eccezione dei politici che, sotto la bandiera del grasso stipendio e del lussuoso vitalizio a dispetto dell’ideologia dei colori e degli schieramenti sbandierati, si sono già uniti da oltre mezzo secolo !
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Sul quirinale un solo dato, pur essendo solo un “ufficio di rappresentanza” costa 224 milioni annui, il doppio dell’eliseo che ha funzioni ben più importanti, cercando un paragone, in Europa molto simile come compiti e prerogative sembra la presidenza Tedesca, che costa esattamente otto volte di meno! (grava molto il peso di vitalizi e pensioni varie, questo è il problema quando manca la sostenibilità nelle regolazioni, dopo si può tagliare finché si vuole ma quando il peso non è sostenibile si andrà inevitabilmente a cadere). gli stupidi d’italia che cercano di scaricare le colpe della nostra situazione sui tedeschi dovrebbero rifletterci su, ah già per riflettere ci vuole un cervello …….
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Torniamo ai “cari” eletti del parlamento; il caso di luca boneschi pensionato a vita da quando aveva 44 anni grazie all’unico giorno di presenza in parlamento è forse il più eclatante. ma non è sicuramente il solo che fa gridare allo scandalo; angelo pezzana e piero craveri hanno dovuto aspettare una intera settimana prima di poter sfruttare la prima seduta parlamentare, utile per dimettersi. Molti gli eletti che oggi riscuotono gli assegni del vitalizio per pochi mesi di “servizio” prestati, alcuni di loro fin dai 40 anni di età, altri lo riscuotono già da 40 anni…..il tutto legale e alla faccia del popolo.
Oltre al già pesante vitalizio derivante da carriera politica poi una moltitudine dei beneficiati ha altri vitalizi o pensioni derivanti da precedenti incarichi e ha altre entrate derivanti da molteplici possibilità lavorative: assunzioni fisse incarichi prestigiosi, consulenze, gettoni da consigli di amministrazione, partecipazioni esterne e via dicendo.
Ad esempio vi ricordate di giuliano amato ?
stefano rodotà qualche tempo fa rispondendo a un giornalista che gli chiedeva conto delle sue entrate avrebbe puntualizzato “percepisco solo 4 mila euro come stipendio da professore universitario e altri 4 mila di vitalizio parlamentare, non voglio che si paragonino le mie riscossioni a quelle di giuliano amato che percepisce 31 mila euro” niente male sentire un comunista duro e puro definire “solo” una cifretta di 8 mila euro !! vero è che se paragonati alle entrate di amato, effettivamente non sono molti.
giuliano amato: l’ex presidente del consiglio che venne soprannominato dottor sottile (riferito alla sua sottigliezza mentale) viene tirato in ballo per pensione “altina” vediamo allora quanto prende: oltre 22.000 euro di pensione (pensionato dal 1998) ai quali affianca un vitalizio di oltre 9.000 euro per un totale di 31 mila e rotti euro, il capo dello stato deve aver pensato che magari non gli bastavano, così nel 2013 lo nomina giudice della corte costituzionale, incarico per il quale percepisce 33.500 euro mensili di stipendio. cumulando tutto viene un totale di 64.500 euro mensili !! fin qui i fatti veniamo ora agli ultimi sviluppi della vicenda, quando napolitano lo ha nominato giudice della corte costituzionale amato sembra abbia chiesto all’inps di sospendere la pensione, cosa di cui non dubito, sembra anche, almeno lui ha così dichiarato, che il vitalizio lo dà in beneficenza. Torniamo ora a qualche fatto, quando cesserà il suo impegno alla corte costituzionale riceverà pensione anche da quell’incarico, circa 15.000 euro che si sommeranno alla sua pensione inps (a quel punto sbloccata e di nuovo interamente percepita) e al vitalizio per un totale di 46.000 euro, ah ma amato potrà sempre dire che il vitalizio lo dà in beneficienza così gli restano solo 37.000 euro, chissà che fatica arrivare a fine mese. Questa sarebbe una delle figure politiche di maggior spicco, personalità e peso della repubblica italiana.
Articolo completo: https://mdrmovimentopolitico.wordpress.com/2017/02/14/caro-amato/
I riformatori: ogni tanto ne spunta uno, tagliano molto sotto, anche un poco di qua e un poco di là, mai sopra. Come giuliano amato e lamberto dini, entrambi riformarono le pensioni il primo in nome dei sacrifici il secondo in nome di miglior calcolo contributivo, peccato che entrambi si siano dimenticati di riformare la loro di pensione. Linea confermata da monti che qualche giorno prima di accettare l’incarico per guidare il governo di “tecnici” si è fatto nominare senatore a vita. Questa è l’italia, nella quale tutti i politici sono consapevoli che vanno fatti sacrifici, l’importante è che li faccia il popolo….
Sono migliaia i politici in attività e gli ex, che hanno molteplici entrate: lamberto dini 18mila euro da bankitalia 7000 dall’inps e 4mila dal senato. Bersani ne potrà vantare tre, vitalizi da deputato e da ex consigliere regionale più la pensione inps da lavoro insegnante e funzionario di partito, per un soffio non ne ha intascata un’altra, da parlamentare europeo, incarico ricoperto per poco meno di due anni, ne occorrevano due e mezzi. Anche vendola se ne intasca tre, vitalizi da deputato e consigliere regionale, più funzionario pci. il presidente mattarella ne ha quattro e ha dovuto rinunciare alla pensione da professore universitario…ecc. sono migliaia
Una “sezione di percettori vitalizio” che mi ripugna particolarmente è la “casta nella casta” persone già ricche di loro che comunque non rinunciano al vitalizio o alla pensione derivante da attività politica e alla politica connessa o di incarico e nomina politica. Fra quelli in attività e quelli già pensionati, sono centinaia coloro che possono vantare un patrimonio personale e/o familiare oltre i 5 milioni di euro, eppure restano attaccati come cozze al vitalizio! molti superano agevolmente i 10 milioni e alcuni si spingono oltre i 100 milioni di patrimonio, fino a rari casi di miliardari in euro! e non rinunciano a 2-3000 euro mensili.
(dati Inps: dei 20miliardi erogati per prestazioni agli anziani “poveri” ben 5miliardi vanno alla fascia più agiata della popolazione (il 25% del totale)
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Liquidazioni e Buonuscite
Non di soli stipendi vitalizi e pensioni vive il politico, ma anche di liquidazioni e buonuscite, vista le denominazione tecnica ci scapperebbe di dire che siamo arrivati anche alle prese per il culo! Effettivamente il termine “assegno di solidarietà per il reinserimento” fa pensare a fondi per poveri disagiati che hanno perso il lavoro, invece si tratta delle liquidazioni che percepiscono i parlamentari non rieletti e sono esentasse! una breve lista: clemente mastella 300mila euro, biondi alfredo 278mila euro, armando cossutta 345mila euro, d’alema 217mila euro, fini 250mila euro, livia turco 210mila euro, franco marini 174mila euro, rutelli 100mila euro, pisanu 157mila euro, italo bocchino 141mila euro, violante luciano 278mila euro, scajola 158mila euro, veltroni 44mila euro che sembra poco ma ha già incassato quando si è dimesso una prima volta per diventare sindaco di roma, roberto castelli 175mila euro, roberto maroni 175mila euro, filippo berselli 278mila euro…….ecc. ecc.
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C’era una volta: Come si è arrivati agli attuali smisurati stipendi e rimborsi per deputati e consiglieri regionali? ottima l’inchiesta dell’Espresso che vi invito a leggere con attenzione: http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2014/05/21/news/cosi-i-parlamentari-sono-diventati-milionari-1.166241
“nel lontano 1947, mentre a Montecitorio era in discussione l’articolo 69 della Costituzione, relativo allo stipendio dei parlamentari. Il paradosso è che all’epoca i costituenti guadagnavano quanto un precario di oggi: 25 mila lire al mese, circa 800 euro. Più un gettone di presenza da 1.000 lire al giorno (30 euro), ma solo quando le commissioni si riunivano in giorni differenti rispetto all’Aula. Insomma, per quanto diligenti, i 556 rappresentanti che scrissero la Costituzione non riuscivano a portare a casa più di 1.300 euro al mese.” “Un Paese senza dubbio più povero ma di certo meno “squilibrato” a favore del Palazzo, visto che un operaio di terzo livello arrivava a raggranellare 13 mila lire al mese, un terzo di un deputato. Mentre dopo quasi 70 anni – come mostra la tabella elaborata dall’Espresso – chi siede in Parlamento guadagna quasi 10 volte più di un impiegato e 13 più di una tuta blu.” …
“Ma è con la legge varata nel 1965 dal centrosinistra (premier Aldo Moro, vicepresidente il socialista Pietro Nenni) che si deve l’esplosione dei redditi dei nostri rappresentanti: lo stipendio veniva infatti agganciato a quello dei presidenti di sezione della Cassazione e fra l’altro soggetto a imposta solo per il 40%*. Inoltre a titolo di rimborso per le spese di soggiorno a Roma si istituiva la diaria (esentasse). Ciliegina sulla torta: siccome la legge non lo specificava, le 120 mila lire per vivere nella capitale (1.250 euro di oggi) furono accordate anche quelli che vi risiedevano già. Un capolavoro. Tuttora in vigore, sia pure con qualche modifica. (*Qualche tempo dopo i consiglieri regionali agganciarono il loro stipendio a quello dei parlamentari)
Oltre a stipendi, vitalizi e benefit ci sono gli innumerevoli benefici derivanti dalla carica politica; in ambito professionale e personale ma anche in quello familiare, vi siete mai chiesti quanto può valere un titolo politico su un “biglietto da visita” ? tanto! Provate a pensarci su…….
Benefit e agevolazioni
C’è un po’ di tutto nel “pacco regalo” che i politici si sono attribuiti, evidentemente lo stipendio gli andava stretto: sono completamente gratuiti: treni (anche per familiari) e aerei (mastella prese addirittura quello di stato per recarsi al GP di formula 1 a Monza), spostamenti marittimi e autostrade, nonché autobus e metropolitana, poi corsi gratuiti personali di informatica e lingue straniere (il fatto che qualcuno non parli bene nemmeno l’italiano evidentemente non è un impedimento). Sauna (è nei sotterranei della camera) 1.200 euro annui per rimborso spese telefoniche, 1.500 euro annui per acquisto pc o tablet, tessera per teatro e cinema, tribuna d’onore allo stadio. E poi…rimborsi fino al 90%, agevolazioni e prezzi di favore per: barbiere (interno a montecitorio), per le deputate previsto un rimborso in saloni convenzionati. palestre (circolo dell’acqua cetosa). Per l’acquisto di autoveicoli ,per i servizi ristorante, bar e self service, condizioni di favore sui servizi bancari e mutui, su parcheggi e altre quisquiglie..
Mentre ci sono oltre 10milioni di Italiani che rinunciano a visite, farmaci e cure mediche perché non possono più permettersele (dati censis) i nostri “cari” eletti dispongono di una copertura sanitaria totale (allargata ai familiari), e come non bastasse possono farsi rimborsare fino a 25mila euro (in 5 anni) per cure della più disparata tipologia: dentista, cure termali, drenaggio linfatico per essere più belle/i, massaggi (pochi si fermano al classico massaggio alla schiena, lo shiatsu e l’aromaterapico sembra siano i più richiesti), e agopuntura fino alla depresso-terapia (cazzo sono pure depressi!) e chi più ne ha più ne metta…
Non paghi si auto-concedono anche una assicurazione che copre un po’ di tutto, dalle punture e morsi di animali alle malattie tropicali, dai colpi di sole ai danni subiti in stato di ebrezza, malore o di incoscienza (pretendono di ubriacarsi, far danni ed essere coperti da assicurazione!) fino ai danni subiti da insurrezione, sommosse, tumulti popolari, rappresaglie faziose, legittima difesa e atti di solidarietà umana, aggressioni, atti vandalici e dolosi, terrorismo, atti di violenza anche se conseguenti a fatti di carattere politico e/o sociale e/o sindacale, rapina, tentata rapina, sequestro di persona, sabotaggio e dirottamento anche di aeromobili (non mi stancherò mai di ripetere che la violenza individuale o di gruppo non ha senso e qui c’è la prova scritta, sono assicurati e ricaverebbero soldi anche dalle bastonate!).
Non dimentichiamo il rimborso per il portaborse, che dal 1997 finisce direttamente in busta paga dell’eletto, con risultati spesso indegni: lo stato sgancia 3.700 euro per i parlamentari e 4.100 euro per i senatori. Grazie alla mancanza di una regolamentazione contrattuale ben definita (come invece si fa nel resto d’Europa dove molto semplicemente i collaboratori li pagano direttamente le camere) troppi se ne approfittano: ad alcuni il portaborse non serve ma i soldi se li tiene lo stesso, ad altri glielo passa il ministero i soldi tutti in tasca, o glielo passa il partito al quale gira soldi ma non tutti, c’è chi li assume con regolari contratti da 1.100 euro lori al mese, alcuni taccagni se li dividono con altri parlamentari, da 650 a 1200 euro mensili lordi, qualcuno gli versa l’intero importo ma ha assunto moglie/figli/nipoti, altri infine lo tengono come stagista senza compenso l’accredito obbligatorio viene aggirato da permessi giornalieri (questo è forse il caso peggiore perché lascia facilmente ipotizzare illeciti su più versanti). E varie atre forme, unico limite….nessun limite !
In passato fausto bertinotti al tempo della sua presidenza della camera tentò di introdurre l’obbligo per i deputati di depositare regolari contratti, su 630 solo 240 adempirono alla richiesta, gli altri se ne fregarono altamente!
E nonostante nessuno voglia perdere l’occasione di lavorare nell’ambiente, sono comunque varie le cause intentate agli “onorevoli” dai loro ex dipendenti portaborse, alcune concluse e almeno due sembra segretate da “clausola di riservatezza” ….
Non dimentichiamo il jobs act, che è stato sbandierato come garante dei lavoratori precari, peccato che a non crederci siano proprio i parlamentari che lo hanno voluto e votato, visto che solo il 13% dei portaborse ha un contratto di questo tipo.
Questo sarebbe il senso civico e morale dei nostri massimi rappresentanti politici …..
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Rimborso “selvaggio”
Sotto questa voce c’è un mondo incredibile, cose che sembrano uscite dalla penna di uno scrittore di fantasy, invece è tutto reale, alcuni spudorati politici si fanno rimborsare di tutto: viaggi, vacanze, cene, pranzi e colazioni (alcune con l’interessato che si trovava a centinaia di km di distanza), dolci di pasticceria caffè e briosce (tanto per dare l’idea dimensionale, per queste tre voci apparentemente innocenti un solo tipo, leghista, sembra aver speso nel solo 2011 la bellezza di 15mila euro
visite al night, attrezzature per equitazione e corredi per il golf (non solo sacca e mazze ma l’intero vestiario), videogiochi, sigarette, bevande varie, creme di bellezza, cocktail, giornali e barrette ipocaloriche, i-phone, computer, vasetti nutella, giocattoli e biglietti del gratta e vinci, occhiali, cellulari, vasetti di miele formaggi, yogurt, prosciutti e salumi, frigoriferi (sennò dove li metti gli alimenti?), manuali hot e vibratori (su questi almeno ci resta la speranza che se li infilino dove fa male). Affitto abitazione, impresa di trasloco, anche imposte come Imu e Tares !! cambio pneumatici, fornitura panettoni e spumante, borse luois vuitton e gioielli cartier (che vi venga un canchero almeno comprate marche italiane), buoni benzina, intero catering per cerimonia familiare! E anche dolci di pasticceria caffè e brioche (ridete? tanto per dare l’idea dimensionale, per queste ultime tre voci apparentemente innocenti un solo tipo, leghista, sembra aver speso nel solo 2011 la bellezza di 15mila euro, se ridete ancora spero sia uno spasmo muscolare)
anche in questo caso il comportamento, illecito illegale o fraudolento o concorso in peculato che sia, è trasversale e interessa tutte le forze politiche e tutte le regioni
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Ricapitolando, niente di più facile che fare soldi se sei un politico, ti fai una legge su misura, te la voti e intaschi laute prebende, tutto perfettamente legale, che ci vuole? sono sufficienti tre requisiti / condizioni:
- Detenere il potere ed essere pronti ad esercitarlo per vantaggi personali
- Essere afflitti da labile senso dello Stato
- Un Corpo elettorale composto in larga maggioranza da stupidi e ottusi
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Sono innumerevoli i casi che dovrebbero suscitare indignazione fra i cittadini, non è il mio caso, da molti anni ormai sono passato da indignato allo stato permanente di incazzato nero e come descritto nel programma del MdR ritengo sia doveroso e giusto, oltre che senza alternative economiche, azzerare qualunque trattamento pensionistico e/o vitalizio concesso con carattere retroattivo, altro che diritti acquisit
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Sindacati uniti in marcia…..verso il montepremi
Qualcuno giustamente si domanderà cosa faceva nel frattempo la parte sociale che doveva proteggere lavoro e lavoratori, quel sindacato che nella fantasia popolare dovrebbe essere scudo del popolo lavoratore, perbacco non se ne stava mica con le mani in mano, sgomitava per avere un posto di assoluto rilievo nel trogolo:
LEGGE MOSCA legge 11 giugno 1974, n. 252, recante norme per la regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione. Deve il nome al primo firmatario, il socialista gaetano mosca. Ideata allo scopo di regolarizzare a spese dello stato (ovvero dei cittadini) circa 5-7mila fra portaborse, simpatizzanti pci, dc, psi, funzionari, sindacati cgil cisl uil, associazioni patronati e molti altri, per i quali nessuno aveva mai versato contributi previdenziali. La soluzione adottata fu di una semplicità estrema: era sufficiente una dichiarazione/testimonianza del partito/associazione/sindacato di appartenenza, il versamento di una somma meramente simbolica, e la posizione era sanata risalendo fino al 1948. Così venivano accreditati anni su anni, in alcuni casi decenni, di “attività lavorativa” anche non continuativa.
“Entra in vigore nel luglio del 1974 con una finestra di diciotto mesi ma viene prorogata più volte fino al 1980. I numeri conosciuti sono da capogiro: dalle 5-7mila ipotizzate si arriva alle 37mila effettive, le responsabilità politiche e sindacali hanno nomi e numeri: Cgil 9.300, Cisl 3.000 e Uil 1.350, ex Pci 8.000, ex Dc 3.900, Psi 1.900. Altre 9.500 pensioni ad organizzazioni collegate, patronati, enti e varie”
Molte le inchieste giornalistiche, alcune interrogazioni parlamentari e anche inchieste giuridiche ma niente si smuove, la legge mosca e i beneficiari rappresentano un vero e proprio muro di gomma sul quale tutto rimbalza, la cifra di esborsi che trapela si aggira sui 14 miliardi, ma non è interamente documentabile. I nomi più conosciuti della sinistra storica ci sono tutti, tutti lì in bella mostra; in taluni casi le pretese rasentano l’assurdo
“sono emerse richieste paradossali di chi ha chiesto e ottenuto riscatto per anni nei quali non era nemmeno maggiorenne o stava svolgendo servizio militare o da autista ma aveva 11 anni, uno era in carcere, chi vuole gli anni delle superiori perché militava nelle giovanili e anche un vescovo perché assistente ecclesiastico della coldiretti ………”
Vite da “poveri” sindacalisti
Anche durante e dopo l’applicazione e lo sfruttamento selvaggio della legge mosca i sindacalisti hanno continuato ad usare le leggi a proprio beneficio in maniera sistemica e “spietata”, come ad esempio in occasione della recente legge fornero; si è presa la finestra utile per uscire con sontuosa pensione prima che le nuove regole allungassero l’età pensionabile, così ha fatto raffaele bonanni, segretario cisl, ha rassegnato le dimissioni, un inchino una risata due capriole e il gioco è fatto, 8500 euro lordi mensili di pensione! ma non è questa la cosa più scandalosa, no il bonanni ha fatto molto di peggio, avvalendosi della legge precedente grazie alla quale gli ultimi stipendi percepiti fanno da unità di riferimento per la pensione, il bonanni, che prima di ricoprire la carica percepiva 80mila euro annui, al primo anno da segretario cisl nel 2006 va a percepire 118mila euro lordi, il tempo di ambientarsi e via, si concede un aumento di stipendio a 170mila nel 2007, nel 2008 ancora su fino a 200mila, nel 2009 si vola a 250mila, nel 2010 riprende un po’ fiato, lo sforzo è stato notevole, così quell’anno si aumenta solo a 271mila euro, nel 2011 una vera botta di vita e si vola a 335mila euro lordi! In sei anni il tipo si è messo in tasca 1.340.000 euro lordi! (ma alla cisl non c’era un regolamento che vietava un cumulo entrate superiore a 600mila euro in 5 anni ?). Ecco come ci si arricchisce, alla faccia del popolo bue e cornuto! Il meccanismo di alzarsi lo stipendio sembrerebbe essere stato usato a suo tempo anche da guglielmo epifani seppure in scala monetaria decisamente minore, c’è poi altro segretario, luigi angeletti, anche lui sembra aver sfruttato la finestra utile per pensionarsi evitando la legge fornero, insomma segretari non si è per caso! Quando i media diedero risalato alla “vicenda del bonanni” scoppiò uno scandalo “all’italiana” del tipo che se ne parla per settimane e mesi, con sdegno mediatico e popolare, ma le cose non cambiano di una sola virgola, anzi tutt’altro!
Fausto Scandola, morto nel marzo 2016 è l’ex sindacalista cisl che divulgò gli stipendi alla cisl del dopo bonanni, capitanata da annamaria furlan. E per questo è stato espulso dal sindacato. “I nostri rappresentanti e dirigenti ai massimi livelli nazionali della Cisl – scrive Scandola – si possono ancora considerare rappresentanti sindacali dei soci finanziatori, lavoratori dipendenti e pensionati? I loro comportamenti, lo svolgere dei loro ruoli, come gestiscono il potere, si possono ancora considerare da esempio e guida della nostra associazione che punta a curare gli interessi dei lavoratori? “.
questo scriveva Fausto Scandola nella sua denuncia, come dargli torto?
“Ecco qualche nome e cifra in lista: Antonino Sorgi, presidente nazionale dell’Inas Cisl, nel 2014 si è portato a casa 256mila euro lordi: 77.969,71 euro di pensione, 100.123,00 euro di compenso Inas e 77.957,00 euro come compenso Inas immobiliare. Valeriano Canepari, ex presidente Caf Cisl Nazionale, nel 2013 ha messo insieme 97.170,00 euro di pensione, più 192.071,00 euro a capo della Usr Cisl Emilia Romagna: totale annuo, 289.241,00 euro. Ermenegildo Bonfanti, segretario generale nazionale Fnp Cisl, 225mila euro in un anno, di cui 143mila di pensione. Pierangelo Raineri, gran capo della Fisascat Cisl, 237 mila euro grazie anche ai gettoni di presenza in Enasarco, più moglie e figlio assunti in enti collegati alla stessa Cisl.
“E’ scandaloso – aveva detto Scandola – che un’organizzazione sindacale chieda i soldi della tessera a iscritti che guadagnano 10 mila euro all’anno e poi versi 300 mila euro nelle tasche dei dirigenti”.
Dopo la denuncia-scandalo da parte di Fausto Scandola qualcosa si è mosso nel nebuloso mondo dei sindacati, e una leggera e parzialissima operazione trasparenza, anche se puramente di facciata, è stata mostrata. La cgil ha reso noti gli stipendi dei suoi dirigenti e apparentemente non percepiscono stipendi da nababbi, la camusso intasca circa 3850 euro netti i segretari nazionali 2800 euro netti.
Ma non tutto ciò che appare è come lo si vede, in fondo non è con l’incarico sindacale che si ha intenzione di riempire il portafoglio. Quando si proviene dalla cgil, l’ambito sbocco è la politica e gli incarichi, e lo sanno bene visto che piazzano membri in ogni posto possibile, dal più piccolo incarico fino a parlamentari e ministri. La cgil fa numericamente la parte del leone, ma anche alla cisl non scherzano e ogni governo vi attinge a piene mani. I sindacalisti in italia non sono quattro gatti, ma un vero e proprio esercito di statalisti assatanati in cerca di poltrone; dalle poche decine nelle sedie degli eletti a roma (mica tanto poche, fra senato e parlamento circa 45 teste!) alle migliaia ricoprenti incarichi politici di rilievo e periferici (dal governo fino a regioni e comuni) e alle altre migliaia ricoprenti incarichi in enti, commissioni e aziende a partecipazione statale.
qualche esempio…. a caso! guglielmo epifani 13mila lordi euro vitalizio parlamentare, 5mila euro lordi pensione inps più 435euro di pensione integrativa sottoscritta dalla stessa cgil ! (fortuna la pensione integrativa, sennò come ci arrivava a fine mese ?). epifani è l’esempio di una carriera cgil, appena laureato si iscrisse alla cgil e di scalino in scalino su fino alla carica di segretario generale cgil. Poi si presenta da politico e viene eletto deputato e infine segretario del pd.
Non solo politica ma anche e soprattutto posti nella pubblica amministrazione, anche da dirigenti e manager, su fino al vertice di società di interesse e rilevanza nazionale, dirette con “rara perizia e maestria” come il “genio” mussari, fin da studente iscritto alle giovanili cgil, che (con la complicità del direttorio della fondazione, tutti comunisti doc) è riuscito nella non facile impresa di portare al fallimento il monte dei paschi ovvero la terza banca d’Italia e più antica banca del Mondo, fino a quel momento e per cinque secoli passata fra guerre civili e mondiali, guerre di liberazione e di occupazione, sommosse e rivoluzioni, pestilenze e calamità varie, non è sopravvissuta a 3 decenni di guida comunista.
Piccolo grande dettaglio di evidente “competenza sistemica” il “genio” mussari dopo la folle acquisizione di antonveneta è stato nominato presidente Abi a testimonianza della grande competenza dei nostri banchieri tutti, cosa facilmente desumibile dalle “pessime” condizioni in cui versano le nostre istituzioni bancarie …….
per rendersi di quale parte difende il sindacato, dov’è il sindacato nella sua componente dirigenziale e soprattutto chi è il sindacato sarebbe sufficiente un solo singolo dato: circa il 70% dei dirigenti della pubblica amministrazione ha in tasca una tessera sindacale, contro una media nazionale del 33% ! Ecco chi è veramente il sindacato.
La commistione sindacato-politica è una spirale perversa di assoluta grandezza, è una delle cause principali del degrado economico e sociale, se non addirittura la principale. Sicuramente è la causa dello statalismo imperante che ha aumentato a dismisura il debito pubblico e condotto la nostra nazione alla desolazione imprenditoriale e commerciale.
È inammissibile che i sindacati non pubblicano un bilancio consolidato mentre percepiscono contributi e sostegni pubblici, amministrano e “maneggiano” miliardi ma non vogliono darne conto. È un atteggiamento indegno da parte di associazioni che da sempre tuonano contro l’evasione fiscale e invocano la trasparenza; evidentemente si riferiscono a quella degli altri.
Questo sindacato così strutturato è dannoso e non ha ragione di esistere. Il nostro paese ha bisogno di un vero sindacato, che comprenda il valore delle idee, della creazione di imprese e della difesa del tessuto produttivo nel suo insieme, anche attraverso un costo del lavoro concorrenziale e sostenibile; soddisfacente sia per le imprese che per i lavoratori, pur nei limiti che tale difficile connubio da sempre riscontra. Abbiamo bisogno di sindacalisti che siedano nei consigli di sorveglianza e nei consigli di amministrazione delle aziende per cui operano e/o da cui provengono, in grado di battersi per le migliorie delle condizioni di lavoro e della strutturazione aziendale ove queste siano possibili
E soprattutto di un sindacato che comprenda, e di conseguenza agisca, che un settore statale esageratamente invasivo e costoso porta alla non sostenibilità del costo del lavoro nel suo complesso, e alla desertificazione industriale e imprenditoriale.
Questo tipo di sindacato statalista e interessato, che difende solo il settore statale, specie nella sua componente dirigenziale essendo esso stesso parte e sfruttatore del sistema, a discapito dell’industria privata, dei settori produttivi pro bilancia commerciale e della sostenibilità del sistema-paese, va letteralmente azzerato.
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Boiardi di stato et similia
Capire cosa abbia portato a certi livelli gli stipendi per determinati dirigenti di aziende statali o a partecipazione statale e/o di nomina statale e/o facente riferimento a volontà e gradimento politico (governative o per area, schieramento, o frutto di spartizione politica); non è facile da capire, visti i numeri la sola ipotesi alla portata di un comune mortale (da 1200 euro di busta paga) è sconfinata avidità.
Nel periodo 2011-2013 il più pagato fra i manager di società pubbliche non quotate risulta sarmi a.d. e d.g. di poste italiane (1,2milioni + 2,2milioni + 1,56milioni). Se si vanno a includere anche le società quotate sarmi da primo in classifica scende al posto 82. Può sembrare incredibile che uno stipendio da 1,5milioni ne abbia ben ottantuno davanti di importo maggiore, incredibile ma vero. bisogna considerare che oltre agli stipendi ultramilionari dei dirigenti massimi come gli ad di eni (6,5milioni) enel (4milioni), terna (2,35milioni) e finmeccanica (1,5milioni), Saipem (6,94milioni per pietro franco tali, compenso comprensivo di buonuscita 2,28milioni), ci sono uno stuolo di dirigenti di “altissimo” livello che percepiscono stipendi sempre milionari, un “semplice” consigliere all’Eni si porta a casa 250mila euro annuali! (gli importi ai link sotto allegati)
I manager sono pagati molto? Troppo? Penso la seconda, la cosa traspare chiaramente da quello che scrivo, ma non è mia abitudine dare giudizi sommari, preferisco approfondire ove possibile. Direi che in presenza di società di difficile gestione aziendale, vada reso merito alle capacità ove queste siano dimostrate con i fatti, moretti ad esempio come a.d. di Fs ad esempio ha preso una società un rosso cronico e le ha fatto registrare un utile. Anche a finmeccanica è stato molto apprezzato per la gestione, ma difficilmente sarà ricordato solo per le sue capacità manageriali …..
comunque lascio volentieri la parola ad un organismo autorevole come l’Ocse
Sicuramente stipendi da 150mila / 300mila / 500mila euro e oltre per ricoprire cariche in “aziende” come la Rai sono un insulto alla decenza (luigi gubitosi dg RAI 650mila euro – anna maria tarantola presidente RAI 366mila euro), e gli esempi simili e possibili in tal senso sono innumerevoli, se perdete qua un po’ di tempo ne trovate quanti ne volete: http://www.governo.it/articolo/pubblicit-della-situazione-patrimoniale-di-titolari-di-cariche-direttive-di-alcuni-enti
Troverete dirigenti di aziende di cui il 95% degli italiani (me compreso) ignora addirittura l’esistenza, e la cui utilità e necessità è giustificata solo dall’assegnare poltrone e ricche prebende, percepire stipendi da oltre 100mila euro fino a superare i 300mila euro. O agli articoli sopra, ai link inseriti, la stampa ne ha dato ampio risalto (seppur parziale).
Senza poi dimenticare i boiardi in pensione, ai quali non manca certo una poltrona
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La lista è lunghissima del resto nella penisola ci sono oltre settemila società, enti, consorzi, e autorità d’ambito partecipate dalle pubbliche amministrazioni, nei cui consigli di amministrazione siedono circa 24mila persone, un piccolo esercito!
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Molti dirigenti e manager, più corretto dire troppi, sono titolari di doppi, tripli e più incarichi, spesso in barba al conflitto di interessi, un caso limite ma ben rappresentativo è sicuramente quello di mastrapasqua antonio, che ad un certo punto (2008-2014) si è “trovato” a ricoprire contemporaneamente ben 25 incarichi. Redditi 2012 del mastrapasqua 1.170.000 euro (unmilionecentosettantamila). Ma non è solo lui, anche la consorte e il fratello sembrano colpiti dallo stesso “virus”.La lady è arrivata ricoprirne circa 20 mentre il fratello in carriera ha sfiorato le 70!
questo dei mastrapasqua è sicuramente un caso eclatante, ma il fenomeno dei molteplici incarichi è purtroppo estremamente diffuso sul territorio e fa parte del sistema statalista con il quale politica e burocrazia affondano le mani nelle casse dello stato a danno dei cittadini e delle future generazioni
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Bankster
Una razza ibrida particolarmente dannosa di manager è quella dei banchieri e massimi dirigenti di banche italiche, ibrida perché dovrebbero teoricamente essere svincolati dai poteri politici essendo le banche, sempre teoricamente, l’ossatura finanziaria e il motore dello sviluppo economico di una nazione, l’indipendenza dovrebbe quindi essere garanzia di trasparenza e correttezze gestionale; la cui nomina invece è espressione di lobby, potentati e schieramenti che alla politica fanno capo e nella politica trovano referenza.
Strapagati per dirigere il sistema bancario, ma come è andata ? dire male è dire poco e questa non è una espressione teorica ma una certezza assoluta!
Dal 2008 anno di inizio crisi sistemica per le istituzioni finanziarie mondiali piene di sterco immobiliare che il crack di lehman brothers portò alla luce, le nostre banche non si sono certo difese meglio, anzi, il pervicace diniego dietro il quale i nostri banchieri si sono trincerati non ha fatto altro che peggiorare una situazione già pessima di suo. Così mentre gli altri paesi sistemavano le loro banche con ogni mezzo a disposizione, i nostri banchieri e rappresentanti politici uniti sotto la bandiera del “qui tutto bene, le nostre banche sono solide” non si sono mai mossi di una sola virgola, continuando a negare l’evidenza anche quando lo smottamento si è fatto valanga ci ha investiti in pieno.
L’ultimo governo del bimbo fiorentino e della cariatide pier carlo ne è un esempio eclatante. Trovatemi una sola dichiarazione realista del ministro padoan; anche mentre veniva decretato il fallimento delle 4 banchette (banca etruria, cariferrara carichieti e banca marche ) dispensava sorrisi e ottimismo! Per la cronaca su banca marche le cifre hanno sentenziato che è il più grande fallimento bancario dai tempi dell’ambrosiano, sì c’era proprio di che essere ottimisti e soddisfatti !
Quella questione fu affrontata con una superficialità e una incompetenza semplicemente paurose, che portarono una paura generalizzata sul sistema bancario tutto. Infatti con le due venete lo stesso governo cambiò linea comportamentale pur restando immobile, passando cioè da una incompetenza manifestamente sbruffona a una incompetenza palesemente ottusa, spingendo banche e vari soggetti compresa la cdp a investire nel nascente fondo “atlante”. Pretenzioso come nome e nei fatti; il titano Atlante era tanto forte da reggere l’intera volta celeste, il fondo italiota invece con una dotazione di 4,25mld al posto dei 4,7 previsti non è riuscita a reggere nemmeno il primo peso che veneto banca e popolare vicenza gli caricarono fra capo e collo prosciugandogli le casse.
In economia e finanza alla fine 2+2 fa sempre 4, per banchieri, politici e pseudo-tecnici invece la cosa non è così certa e il totale può essere diverso, fino a che non ci si sbatte il muso (solitamente banchieri, economisti, pseudo-tecnici e politici scaricano le colpe mentre si riempiono il portafogli, la botta la prende il popolo bue che paga due volte). Come siamo messi ora ? oltre alle due venete c’è il ben più grave bubbone Mps, che sopravvive grazie allo stato di coma farmacologico cui è stata sottoposta. E oltre a lei….
insomma siamo messi malissimo e il peggio deve ancora arrivare, resto dell’idea che le mie stime (fatte nel 2013) sono più che mai valide, entro il 2020 ci sarà presentato un conto tanto alto che per pagarlo impiegheremo i prossimi due/tre decenni.
Importante è anche la perdita di valore in conto capitale negli ultimi due decenni (e oltre) per la quasi totalità delle istituzioni finanziarie, ci sono titoli quotati che dal 1995 vantano perdite numeriche dal 50 al 90% e perdite reali (tenendo conto dell’inflazione) che arrivano fino al 95% del capitale. Per ogni azionista (compresi patrimoni familiari) investire nelle istituzioni finanziarie è stato insomma un suicidio di portafoglio fino al vero e proprio sterminio cui hanno portato quelle fallite e/o quasi fallite e/o pervicacemente ricapitalizzate mps in testa. Nella tragica situazione generale del sistema bancario come stanno messi i banchieri?
La risposta è incredibile ma vera, si sono arricchiti! A suon di milioni di euro in stipendi e liquidazioni. Milioni percepiti anche dai banchieri e dirigenti che hanno portato al fallimento banca marche banca etruria cariferrara e carichieti oltre alle semifallite popolare vicenza e venetobanca senza dimenticare mps
Come sia stata possibile una follia del genere è semplice: è il direttorio della banca che decide gli emolumenti, sono quindi i responsabili del disastro che si assegnano lo stipendio e visto che ci sono perché darselo piccolo o agganciarlo ai risultati? Italian manager ovvero il mondo alla rovescia! Si saranno ispirati ai politici?
anche questo ultimo anno registra un crescendo
Un caso spesso citato è quello di profumo 38 milioni di buonuscita da unicredito,
e parliamo solo della buonuscita perché stipendio ed eventuali bonus li ha sempre percepiti: dal 1998 anno della nascita di unicredit di cui è stato subito il condottiero ha percepito stipendi, bonus e stock option intascando circa 50milioni, mica bruscolini!
Ho trovato particolarmente vergognoso il caso di cesare geronzi (non lo trovo simpatico), che solo da generali ass. per meno di un anno di carica ha preso 16,6milioni di buonuscita e 2,3milioni di stipendio ovvero più di 50mila euro al giorno . in poco più di cinque anni si è portato a casa qualcosa come 48,7milioni di cui 20 come buonuscita e premio alla carriera in capitalia (si pappa dal 1998 anche una pensione da 22mila euro al mese).
e mille e mille altri casi per i quali è sufficiente una ricerca nel web, cosa altamente sconsigliata ai deboli di stomaco!
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pubblica amministrazione: i dipendenti pubblici sono troppi ?
https://www.aranagenzia.it/statistiche-e-pubblicazioni/dati-statistici.html
la domanda è semplice anche la risposta dovrebbe esserlo:
No se raffrontati in numero assoluto (3.250.000) e in base alla popolazione siamo più o meno in linea con altri paesi euro (c’è un eccesso del 7% corrispondente a circa 225mila addetti),che non sono pochi ma nemmeno una enormità se spalmati sull’intera popolazione. Ma una comparazione del genere oltre che assolutamente errata è infantile o viziata da interesse di parte; ogni sistema-paese è diverso e non si può pretendere di fare quello che fanno gli altri se non te lo puoi permettere, le strutturazioni vanno fatte in base alle proprie possibilità e ancorate alla sostenibilità economico-finanziaria.
Sì se si rapporta più correttamente alle problematiche e necessità del sistema economico nazionale e regionale, a impieghi e compiti dei dipendenti pubblici, alla meritocrazia, in ultimo e più importante, sì se il parametro è la sostenibilità economico-finanziaria. In base a questi criteri i dipendenti pubblici (statali, parastatali e stagionali in forza o assunti da stato/regioni/enti locali) sono: (1) anziani (l’età media supera i 50 anni), (2) in molti casi professionalmente non adeguati e/o scarsamente preparati in molti altri (3) Il trattamento economico e sociale oltre all’ambiente lavorativo offre vantaggi ingiustificatamente superiori a quello del settore privato, che è invece il vero volano dell’economia nazionale, (fa perno nell’interesse della politica al settore come bacino elettorale) (4) Mal distribuiti nel territorio per assurdo dove economia industria e commercio sono più sviluppati (e teoricamente ci sarebbe più bisogno di un apparato statale maggiormente presente e funzionante) i dipendenti sono meno ma meglio impiegati
invece nelle zone economicamente più deboli sono in maggior numero ma la qualità dei servizi è oltremodo pessima o almeno tale è percepita a riprova che lo statalismo fine a se stesso è deleterio: http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2016/03/PASCASSATA.pdf
(5) Non va incontro al pubblico e in troppi casi addirittura gli complica la vita, ogni cittadino perde circa 190 ore annuali per adempire agli obblighi della pubblica amministrazione (ad un ritmo di 8 ore giornaliere sono 23 giorni all’anno). http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlino-fila-massimo-10-minuti-e-londra-pratiche-sono-online-1070939.html
In base a questi criteri il settore è sovradimensionato del 15-20%
Non penseremo certo che ci sono troppi dipendenti statali qualora ci occorra l’intervento dei vigili del fuoco o delle forze dell’ordine o di un’ambulanza. Al contrario ritrovarsi seduti 4 ore al pronto soccorso prima di avere attenzione o quando in qualche ufficio “tecnico” facciamo code per 3-4 ore o peggio veniamo rimbalzati da impiegati tristi e svogliati per varie porte fino a tornare al via, o quando vediamo un giudice assolvere un politico per prescrizione ecco in moltissimi casi non sono possibili pensieri “sereni”.
Ci sono settori sovradimensionati, per larga parte inefficienti e scarsamente professionali e alcuni prestano il fianco a comportamenti illeciti e truffaldini, la sanità ne è un esempio per il quale non serve trovare riscontro sui media è sufficiente guardare in casa propria: qualora occorrono esami tecnici, privatamente si riescono a fare in una settimana, lo stesso identico tipo fatto con “la mutua” può slittare in avanti anche a 3/6mesi. Oltre al tempo di attesa che varia secondo urgenza personale, in molti casi ormai la differenza di prezzo fra ticket/esame non giustifica comunque l’attesa, e in troppi casi il professionista che presta servizio nelle strutture ospedaliere pubbliche è anche interessato consigliere di visite e prestazioni nelle strutture private nelle quali guarda caso “opera” part time, non dimentichiamo mai quando paghiamo un ticket per servizi sanitari che già paghiamo fior di imposte per il servizio sanitario nazionale. Anche il settore dell’istruzione è una armata allo sbando: costosa, male indirizzata, non adeguatamente strutturata e con un deficit strutturale verso il sistema-paese che negli ultimi tre lustri si è allargato paurosamente. Presenti comunque sporadiche punte di eccellenza perlopiù frutto di capacità e personalità dirigenziali localizzate.
Non tutti i settori sono sovradimensionati: nel settore trasporti pubblici e anche nella sanità & assistenza, servizi per anziani e turismo come da programma MdR e considerazioni, ove questi sviluppati adeguatamente ci sarebbe carenza di personale di base che potrebbe essere anche importante in termini numerici. Nel settore pubblica sicurezza e sistema carcerario si registra una scarsità di personale di base anche se non molto importante in termini numerici (30-40mila unità).
“laboriosità” della pubblica amministrazione
troppi statali sono in “altre faccende affaccendati” per poter essere positivi in merito.
Sabino Cassese, giurista, accademico e giudice emerito della corte costituzionale disse una volta che nel pubblico impiego “chi vuole lavora, chi no, se ne astiene”
Dite che Sabino Cassese esagerava ? non sembra proprio, anzi! come dimostra la vicenda di Leandro Vittorio Savio al quale viene assegnato un posto da dirigente senza settore (e lavori da svolgere) all’afor, l’agenzia della forestazione regione calabria
e al telefono il 22 febbraio 2012 (conversazione intercettata nell’ambito di indagine da parte della Dda di Reggio Calabria) si sfoga così (riportati alcuni stralci): “poi guarda all’afor ci sono queste persone…….….. Cioè duemila e cinquecento persone che non fanno niente………… Abbiamo centottanta dipendenti che dovrebbero curare il verde a reggio, tu li hai visti mai? Sono qua, che vengono la mattina, stanno tre minuti e se ne vanno”
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Di sicuro una categoria p.a. nella quale ci sono presenze esagerate e strapagate c’è
Dirigenti della pubblica amministrazione
Quanti sono i dirigenti della pubblica amministrazione in Italia ? non si sa ! Nonostante le statistiche fornite dal governo siano chiare e i numeri mesi nero su bianco resta non facile fare una disamina corretta, visto che la qualifica italiana è “allargata” e nel computo rientrano figure professionali che altrove non sono considerate tali. Ma visto che lo stipendio dipende dalla qualifica non resta che attenerci ai dati forniti dalla corte dei conti (del. N°9 del 24 giugno 2013). Secondo cui al 31 dic. 2011 erano in servizio 248.870 dirigenti ed alte professionalità della pa.
In italia non si diventa dirigente pa per meriti di competenza o necessità organizzativa come può essere la creazione di nuove strutturazioni, da noi è l’anzianità che fa il dirigente, così come i bambini crescono gli statali “progrediscono”.
Aumentano i dirigenti e diminuiscono i dipendenti (il rapporto dipendenti per dirigente è il più alto della zona ocse). Non solo abbiamo più dirigenti, ma li paghiamo anche molto di più e non solo fra le più alte cariche e incarichi, ma anche fra i dirigenti di 2° fascia che hanno stipendi pari o superiori ai loro colleghi europei di livello superiore. Mentre gli stipendi di operai e impiegati che rappresentano il 93% della forza lavoro restano ben distanti, 4,5 x gli operai e 3,5 x gli impiegati (media totale). così abbiamo una forchetta tanto ampia da non trovare riscontro oltre i nostri confini. anche se non tutti i dipendenti sono uguali, ve ne sono alcuni che veleggiano oltre i 70mila euro annui (agcom e antitrust) e altri che arrivano a 50mila annui (ministeri, presidenza della repubblica e presidenza del consiglio). Insomma c’è statale e statale…….
Molti dirigenti percepiscono stipendio che oscurano i loro colleghi nel Mondo:
“ il capo della Polizia, Antonio Manganelli, è il dirigente pubblico meglio pagato d’Italia, con 621.253 euro e 75 centesimi l’anno. A titolo di raffronto, Bernard Hogan-Howe, che non è un viandante ma il capo della Metropolitan Police di Londra, è fermo a quota 298 mila euro. Negli Stati Uniti, il capintesta dell’Fbi, Robert S. Mueller, ha uno stipendio base di 120 mila euro, che sale a 153 mila con le indennità. E in Spagna il direttore generale della Polizia non va oltre i 71 mila euro, meno dunque di un travet con i galloni di capo di seconda fascia e la scrivania a palazzo Chigi (73.783 euro).”
I nostri dirigenti della pubblica amministrazione sono strapagati? qualunque italiano non direttamente beneficiato e non in preda ai fumi dell’alcool risponderebbe subito sì, specialmente visti i risultati. E se aggiungiamo che lo stipendio non è il solo reddito che va in dichiarazione e anzi spesso il reddito da diversa/e attività è anche superiore a quello percepito da manager ? http://presidenza.governo.it/dica/pubblicita_patrimoniale/index.html
Di tutt’altro parere sono invece i diretti interessati e ne esiste la prova matematica: la legge 286 del 1999 (governo d’alema) prevedeva una “gratifica” per i dirigenti in base al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ebbene su 3.769 “altissimi” funzionari preposti al carrozzone statale quelli che conseguirono il massimo possibile della gratifica furono….3.769! (rivelazione fatta dall’allora ministro luigi nicolais). Non abbiamo semplici funzionari, praticamente abbiamo un reggimento di geni! Ce ne fosse uno che non abbia raggiunto il massimo dei risultati possibili! Ma come sarà allora che siamo messi tanto male?
Sulle competenze richieste basti dire che hanno preso la “gratifica” (13mila euro) anche personaggi come elvio carugno, ex dirigente della regione molise, condannato in via definitiva a 4anni e 8mesi per peculato; dopo essersi intascato e/o aver distratto poco meno di 4milioni di eurozzi (3.891.000 euro). Buttandola sulla matematica carcere/malloppo sono 2.280 euro per ogni giorno dietro le sbarre.
http://www.corriere.it/cronache/12_luglio_26/bonus-al-dirigente-in-galera-da-mesi-gian-antonio-stella_10936db4-d6e4-11e1-a7bb-b1b271585285.shtml
Pensate si sta parlando di bruscolini? la banca d’italia ha fatto uno studio dal quale risulta che nel solo 2015 il monte-premi pappato è stato di circa 800milioni di euro!
Dallo studio emerge che maggiore è l’età del beneficiario e maggiore è la gratifica, quindi ne dobbiamo dedurre che l’obiettivo da raggiungere sarebbe non crepare? ma i risultati ? Quali risultati, quali obiettivi vanno raggiunti per ottenere la gratifica? Se li fissano da soli!! In alcuni casi bisogna partecipare a un certo numero di riunioni di lavoro…..e certo, non basta lo stipendio per andarci, ci vuole anche il bonus! Non so voi ma personalmente trovo certe cose intollerabili
come al solito quando si grida allo scandalo poi la politica a parole promette freni e cambiamenti salvo poi non cambiare niente http://www.ilgiornale.it/news/economia/dirigenti-pubblici-800-milioni-euro-premi-ora-cambia-tutto-1285881.html
e comunque anche cambiasse qualcosa intanto i premi dall’anno 2000 se li sono messi in tasca, c’è chi ha preso da 5mila fino a 34mila euro annui fatevi un po’ di conti ….
……se avete difficoltà a contare ve la faccio semplice, c’è chi di soli bonus si è messo in tasca più di quanto percepisce un operaio o un impiegato con lo stipendio annuo, il doppio annuo di molti giovani precari. Mentre secondo istat e censis milioni di Italiani hanno problemi nel mettere a tavola qualcosa da mangiare, c’è chi si pappa bonus e premi, sono meritati? In confronto a 20 anni fa siamo migliorati o peggiorati? guardatevi intorno e ditelo voi se i bonus che politici e dirigenti si sono auto-assegnati sono meritati!
Tetto agli stipendi, chi l’ha visto?
Recentemente è stato introdotto un tetto, 240mila euro (importo comunque esagerato), agli stipendi di dirigenti e cariche statali, ma ci sono casi nei quali il tetto non vale, come per le società quotate o per le società non quotate che emettono titoli di debito come Pt, Fs, Cdp. Il tetto non è applicabile poi per determinate cariche istituzionali e/o particolari. Qualche esempio di stipendio annuale:
- presidente della corte costituzionale 430mila euro annui (pari funzioni in Germania 195mila euro annui, quello USA 190mila).
- giudice della corte costituzionale (sono 13) 370mila euro cadauno (pari funzioni in Germania 170mila euro , in USA 170mila euro (i massimi rappresentanti giuridici sembra si siano auto-ridotti lo stipendio di 100mila euro annui).
- segretario generale del senato 427mila euro
- segretario generale della camera 406mila euro
- vice segretario del senato 300mila euro
- vice segretario camera 300mila euro
- governatore della banca d’italia 450mila euro (suo collega alla buba 260mila)
- direttore generale della banca d’italia 400mila euro
- direttori della banca d’italia (sono 13) 315mila euro cadauno
Quanto tali emolumenti, specie in considerazione di quelli percepiti dai loro “colleghi” esteri, siano compatibili con i doveri assegnati, responsabilità, e soprattutto con la nostra situazione economica lo si lascia commentare al lettore.
La quasi totalità di alti (e medi) dirigenti della p.a. oltre ai massimi dirigenti istituzionali e assimilabili ha referenza o ricopre incarico derivante da matrice politica o addirittura proviene dal mondo politico resta difficile capire chi potrebbe cambiare la situazione a favore del popolo, anzi no è facile, nessuno dei suddetti!
Riprendendo un passo già scritto
“Ricapitolando, niente di più facile che fare soldi se sei un politico. Ti fai una legge su misura, te la voti e intaschi laute prebende, tutto perfettamente legale, che ci vuole? sono sufficienti tre requisiti / condizioni:
- Detenere il potere ed essere pronti ad esercitarlo per vantaggi personali
- Essere afflitti da labile senso dello Stato
- Un Corpo elettorale composto in maggioranza da individui stupidi e ottusi”
Chi deve stabilire se le leggi varate sono conformi alla costituzione? deve dirimere i conflitti fra poteri statali e fra stato e regioni, giudicare l’ammissibilità dei referendum e giudicare financo il presidente della repubblica in caso di messa in stato d’accusa? C’è un organo che ha questi compiti: la corte costituzionale per gli intimi consulta nome derivante dal palazzo che la ospita. Cosa è TEORICAMENTE la corte costituzionale?
Il giudice delle leggi, il controllore dei poteri politici e istituzionali, “scudo e garanzia” della costituzione contro ogni tentativo di manomissione o scasso.
Oltre la competenza in materia, requisito che in Italia non è molto ben visto e spesso vittima di ostracismo ad oltranza, sarebbe quindi molto importante la loro totale indipendenza da partiti e poteri economico-finanziari. Quindi li estraggono a sorte penserà giustamente il lettore, macché secondo regolamento: 5 sono eletti dal parlamento in seduta comune 2/3 alle prime tre votazioni 3/5 nelle successive (è una competizione accanita, i capi supremi di partito siedono nei loro scranni in pelle umana, generali e ufficiali dispongono le truppe e impartiscono ordini, i portavoce lanciano anatemi mentre le truppe di media e bassa lega cercano di fare proseliti dimenandosi in danze ancestrali, altri infine portano bibite e popcorn). 5 sono eletti dal presidente della repubblica (persona notoriamente svincolata dalla vita politica, come risaputo si diventa presidenti in Italia solo se non si è mai svolta attività politica prima dell’elezione…) 5 infine sono eletti dalle supreme corti, tre di questi dalla cassazione uno dalla corte dei conti e uno dal consiglio di stato (no nemmeno i giudici di queste supreme corti sono stati eletti a sorte).
Quindi sarebbe la corte costituzionale la nostra speranza ? Vediamoli allora:
- Stipendio annuo 370mila euro annui per cadauno dei 13 membri tranne il presidente che prende 430mla euro annui
- Buonuscita da 200mila euro circa a crescere (fino a superare i 300mila)
- Cumulabilità con altri trattamenti pensionistici
- il costo del suo mantenimento è infatti passato dai 46,5milioni del 2007 ai 52,5milioni del 2013.
- Immancabili i benefit da principi, su tutti l’orario di lavoro (quattro giorni ogni due settimane) e il periodo vacanziero……..tre mesi!
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/09/29/news/la-consulta-e-d-oro-30-mila-euro-al-mese-e-un-mare-di-benefit-per-la-corte-dei-privilegi-1.181997
A guardarla così non è che la fiamma della speranza risplenda molto alta, chiedere a chi intasca lauti assegni e gode discreti benefici di cedere una percentuale di ciò, grande o piccola che sia, ovvero giudicar se stessi, non sembra cosa eticamente molto corretta ma in fondo chi potrebbe ergersi a giudice se sono tutti rami della stessa pianta?
Molto tempo fa un grande pensatore (Giordano Bruno 1548-1600) scrisse “Chiedere al potere di riformare il potere…che ingenuità!”
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Ordine e Legalità
Le tristi condizioni in cui versano Ordine e Legalità sono sotto gli occhi di chiunque abbia la volontà di giudicare con sufficiente obiettività la situazione, in due soli decenni la nostra nazione ha mostrato un imbarbarimento che ha rari precedenti storici, in alcune regioni si è passati da isole felici e paciose che attiravano frotte di turisti a zone recettrici di sbandati e delinquenti di ogni tipo. La criminalità è aumentata in ogni settore, quella di matrice estera opera e si espande incontrastata e rappresenta ormai la maggioranza dei crimini in percentuale sulla popolazione (10% della popolazione; 38% di arrestati e 32% di condannati, se si considera la strutturazione storica delle nostre forze dell’ordine in merito a prevenzione e repressione dei crimini, possiamo tranquillamente affermare che la percentuale dei crimini commessi da stranieri sfiori addirittura il 50% del totale). Alcuni stranieri vantano una intera carriera dal piccolo furto fino all’omicidio e dopo ogni reato sono rimasti sul territorio italiano.
https://www.istat.it/it/immigrati/prodotti-editoriali/criminalit%C3%A0
Questo non significa che bisogna espellere tutti gli stranieri per limitare delinquenza e criminalità, la grande maggioranza è onesta e cerca una vita migliore, ma chi commette reati va espulso senza nessuna possibilità di rientro (ergastolo la pena prevista dal MdR). L’espulsione di soggetti stranieri socialmente pericolosi è una necessità per vari motivi, il primo dei quali è che non possiamo permetterci economicamente il sostentamento di carcerati sempre più numerosi (3500 euro il costo mensile di ogni carcerato).
E non significa nemmeno che gli Italiani non commettono crimini, semplicemente va preso atto del fatto che ormai interi settori della criminalità, droga e prostituzione in testa, sono appannaggio di una gestione di matrice estera. Mentre poi si combattono le associazioni mafiose nostrane, quelle di matrice estera proliferano gioiosamente.
Le forze dell’ordine fanno quello che possono e potrebbero fare molto di più se il sistema giuridico e politico non fosse cieco e sordo ai diritti e bisogni della popolazione (se per bieca ideologia, pura incompetenza o vigliaccheria poco importa). Criminali con procedimenti in corso per reati gravi vengono arrestati ancora per reato dello stesso tipo (reiterato quindi aggravante) e rilasciati in attesa di processo, follia giuridica!
Non bisogna lasciarsi ingannare dai dati “ufficiali” che mostrano un lieve calo dei crimini, sono sempre più quelli che non vengono nemmeno denunciati se non per la ineludibile necessità di recuperare o replicare documenti personali sottratti.
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/10/03/18162/?refresh_ce=1
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/05/05/furti-e-omicidi-la-mappa-della-criminalita-nelle-regioni-italiane/
Sono una moltitudine gli esercizi commerciali che nel corso degli ultimi dieci anni hanno subito più di una rapina, alcuni addirittura fino a 12 fra rapine e furti! come queste imprese anche ogni singolo cittadino paga imposte nelle quali sarebbe compreso il diritto alla sicurezza e alla giustizia, diritto nei fatti negato.
Illegalità, mancanza di ordine e comportamenti illeciti ordinari portano in dote costi spaventosi, soprattutto in ambito economico: particolarmente colpito il settore turistico in ogni sua ramificazione, ma anche settori collegati, come il settore del commercio al dettaglio, il settore ristorazione bar, pizzerie al taglio e da asporto, alimentari e gelaterie, pasticcerie, ecc. poi l’Artigianato irresponsabilmente abbandonato a se stesso e massacrato dalla concorrenza estera che riproduce falsificando il made in Italy svilendo la qualità dei nostri produttori e falcidiando così mestieri e occupazione. La perdita di posti di lavoro o per meglio dire la perdita in mancata creazione di posti di lavoro, è stimabile (stima basata su possibilità di sviluppo dei settori turismo e collegati, servizi e assistenza sanitaria, artigianato e altre) in circa 700mila unità direttamente e indirettamente impiegabili, oltre la metà dei quali al sud.
Ha anche un costo invisibile ma non per questo meno pesante, si è persa la serenità nella vita quotidiana, si ha ormai paura per tutto, per figli e nipoti, ma anche per sé stessi. Per molti anziani che abitano in difficili realtà ormai vige un vero e proprio coprifuoco serale.
http://www.istat.it/it/files/2014/06/07_Sicurezza-Bes2014-5.pdf
la cosa più triste in questo è che senza accorgersene gli stessi genitori e nonni si trasformano in aguzzini dei loro figli e nipoti, perché accettando lo stato delle cose e non ribellandosi, pacificamente e democraticamente nelle urne, fanno pagare ai loro figli e nipoti il prezzo di tale supina accettazione.
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Giustizia
Il rapporto Doing Business* stilato dalla World Bank, già ci vede molto male ponendoci al 50° posto in classifica generale (in eurozona peggio di noi solo grecia e cipro), sul versante giuridico ci piazza addirittura oltre metà classifica! al posto 108 su 190 totali, molto dietro a nazioni che ancora ci ostiniamo a guardare dall’alto in basso definendole in alcuni casi “terzo Mondo” . http://www.doingbusiness.org/Rankings
sui “tempi” della giustizia, siamo naturalmente i peggiori (solo cipro fa peggio in eu), le altre nazioni hanno mediamente tempi inferiori della metà ai nostri, e alcune impiegano dieci volte meno tempo. Siamo primi invece per numero di avvocati, la Germania ne ha la metà dei nostri e la Francia addirittura un quarto!
http://ec.europa.eu/justice/effective-justice/files/justice_scoreboard_2015_en.pdf
aggiungere altro in merito è tempo perso, sul tema rimando ai capitolo del programma e agli articoli pubblicati:
https://movimentodiricostruzione.files.wordpress.com/2015/04/4-riforma-del-sistema-giudiziario.pdf
Per quanto mi riguarda molti giudici italiani li vedrei bene a fare altro mestiere, all’aria aperta con un bastone in mano e ovini da ogni lato.
La politica che fa?
La politica sonnecchia, si indigna poi torna a sonnecchiare infinitamente……. Per ovviare ai costi delle prigioni stipate dalla minoranza di delinquenti e criminali che è riuscita a farsi prendere e condannare (impresa non facile nel nostro paese), implementa a cadenza ormai periodica amnistia e indulto, così può risparmiare sui costi di detenzione (3.500 euro mensili è il costo unitario per carcerato, il dato è stato rilasciato dal DAP (dipartimento per l’amministrazione carceraria, costola del Ministero della Giustizia). Saranno poi i cittadini a pagare un altro prezzo ritrovandosi delinquenti da ogni parte, soprattutto in casa ( il 97% circa dei reati di furto negli appartamenti resta impunito). Anche e soprattutto fra i politici, vedrei bene tanti occupati all’aria aperta con bastone in mano a pascolare bestiame, varia solo la percentuale, direi che un 97% risulterebbe sicuramente adeguato.
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Corruzione, collusione, truffe allo Stato e Incompetenza
il costo della politica deriva quasi totalmente da corruzione e incompetenza. Non è possibile quantificare il costo certo dei danni derivanti da tali piaghe. Possiamo però farlo in maniera molto approssimativa usando i dati a disposizione e un po’ di logica.
Nel 2015 la spesa pubblica totale è ammontata a circa 835 miliardi. Era di 776miliardi nel 2008 inizio dell’ultima forte crisi ed era inferiore a 550miliardi nel 2000 (1.636.372milioni il Pil Italia 2015 a prezzi di mercato), la spesa pubblica è aumentata in italia più che negli altri paesi euro e nonostante questo la crescita del pil è rimasta oltremodo anemica, inferiore ad ogni altro paese euro, tranne la grecia. La spesa rappresenta oggi il 57% del reddito pro capite mentre nel 2012 era al 50,6% (per evidenziare che l’austerità sbandierata è vera solo per una parte della popolazione, qualcuno invece ha prosperato aumentando i propri introiti). Dati decisamente fuori luogo se raffrontati con altre realtà oltreconfine e soprattutto tenendo conto della nostra situazione economica e finanziaria. A parole si danno gran tagli, nella realtà la sola cosa che si taglia, sia in quantità che in qualità, sono i servizi ai cittadini, nonostante le imposte siano aumentate in ogni singolo settore e servizio. I veri tagli che potrebbero risolvere la situazione non sono mai stati fatti, perché inciderebbero sui politici, sui burocrati, sui corrotti, sui truffatori, nonché sui loro familiari e amici intrallazzatori vari
Vediamo i maggiori capitoli di spesa (dati 2015):
- Pensioni e assistenza 335 mld
- Pubblico Impiego 164 mld
- Acquisto di beni e servizi 130 mld
- Interessi sul debito 72 mld
- Investimenti, trasferimenti e accessorie 65 mld
(1) Iniziamo da Pensioni e assistenza, il risparmio di spesa senza toccare le pensioni delle famiglie meno agiate e della classe media, può essere enorme.
Non intervenire sarebbe un suicidio visto che spendiamo talmente tanto per le pensioni da aver cancellato le altre forme di protezione sociale. Sanare le ingiustizie e presentare il conto a chi ha abusato del sistema e/o truffato lo stato è un dovere civile e giuridico. Basti pensare agli abnormi vitalizi di politici, dirigenti statali e/o burocrati; a chi è andato in pensione fra i 35 e i 39 anni (un esercito di 82mila persone) e si trova oggi in una situazione di benessere economico personale e familiare più che soddisfacente, agiati o addirittura ricchi (24mila persone circa sulle 82mila totali), perché non gli si dovrebbe togliere o ridurre la pensione ? e i percettori di prestazioni che dovrebbero essere riservate ad anziani poveri (dati inps: su 20 miliardi di prestazioni – assegni sociali, integrazioni al minimo e altro – circa 5 miliardi finiscono alla fascia più agiata della popolazione), mentre in realtà sono più che benestanti o addirittura ricchi perché tale spesa non si dovrebbe ridurre o azzerare? e cento altri rivoli di ingiustizia che formano un fiume in piena.
il capitolo dedicato alle pensioni nel programma MdR è molto semplice e incisivo
https://movimentodiricostruzione.files.wordpress.com/2015/04/2-riforma-del-sistema-pensionistico.pdf
(2) Per quanto riguarda il pubblico impiego mi sono dilungato molto negli articoli precedenti, in più c’è il capitolo appositamente dedicato oltre ai vari punti in altri capitoli nel programma:
https://movimentodiricostruzione.files.wordpress.com/2015/04/5-riorganizzazione-settore-statale.pdf
Si può tranquillamente risparmiare un 10-15% senza intaccare il sistema,
altre considerazioni e provvedimenti sono visionabili nel programma del MdR
(3) Sul fronte –Acquisto di beni e servizi- la questione è più complicata, c’è da approfondire perché qui il ”grasso” è notevole ma purtroppo i dati non sono facilmente incrociabili quindi sarà necessario rifarsi a stime provenienti da parti e persone che sono addentro la situazione, almeno in linea teorica consapevoli di cifre e fatti. Iniziamo dall’importo sotto le “cure” del Consip (il nuovo sistema prevede a regime 33 stazioni di acquisti al posto delle oltre 30mila esistenti al 2013), che ammonta a 38miliardi (dati al 2015) sui quali si è calcolato un risparmio di 5miliardi, precedentemente alla “cura” ben oltre il 10% della spesa se ne andava quindi a “farfalle” . Restano ancora al vento 40 miliardi di spese della sanità presso operatori di mercato (il ministro beatrice lorenzin ha recentemente dichiarato che i soli esami inutili costano 13 miliardi, “beata” lei che conosce questa cifra, da dove sarà stata desunta non è dato sapere a noi comuni mortali, quello però che ci chiediamo è che cosa sta a fare lì un ministro a conoscenza di tale montagna di sprechi senza fare nulla per contrastare il fenomeno) e 50 miliardi di spesa non Consip centralizzata.
quanto si potrebbe risparmiare se la centralizzazione fosse totale ? ce lo dice l’ex presidente Consip gustavo piga quantificando in circa 30miliardi il possibile risparmio. Aggiunge poi l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli quantificava fra il 5% e il 20% una maggiorazione dei costi dovuta a ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
Bisogna comunque considerare che pagare meno un bene non significa sempre risparmiare, a volte può capitare di acquistare un bene non consono all’uso e/o inservibile e/o che va rapidamente buttato/in deperimento per scarsa qualità; il rapporto qualità/prezzo deve sempre regnare sovrano, con la dovuta competenza e perizia da parte dell’acquirente, che purtroppo nel nostro caso è tutt’altro che scontata!
Altro ancora: non sempre i beni acquistati sono necessari, se compro mobili da ufficio o costosi macchinari medici che se ne resteranno inutilizzati a prendere polvere (centinaia di casi negli ultimi decenni) inutile vantarsi di acquisti a buon prezzo, sono soldi buttati nel cesso comunque.
Insomma è difficile fare calcoli precisi, ma stimare il risparmio possibile in un 15% (come già fatto dallo stesso Consip e dalla Corte dei Conti) non è certo esagerato.
(4) La spesa per il servizio del debito pubblico (se non lo abbattiamo) è destinata ad aumentare fino all’implosione prossima ventura, abbattere il debito pubblico è la ragion d’essere primaria del Movimento di Ricostruzione
https://movimentodiricostruzione.files.wordpress.com/2015/04/prefazione.pdf
(5) Anche alla voce investimenti e trasferimenti lo spreco è decisamente enorme, specie per le infrastrutture, le opere inutili e/o incompiute e abbandonate, costi gonfiati e corruzione (entrambe sono collegate) la corte dei conti imputa alle deviazioni illecite una maggiorazione del 38% dei costi totali.
Anche i trasferimenti alle imprese mostrano buchi strutturali enormi; Francesco Giavazzi che su incarico del governo stese un rapporto in merito, propose di cancellare 10mld di sussidi e trasformarli in incentivi fiscali.
Per l’importo degli sprechi e l’ammontare dei possibili risparmi sono state citate tutte fonti governative o di parte e commissione statale ossia “di parte avversa”, e nonostante questo i numeri sono “inquietanti”
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Corruzione, collusione e truffe allo stato
Non è mia intenzione riportare casi riguardanti corruzione, collusione e truffe di ogni genere allo Stato, né fare nomi o esempi. Negli ultimi trenta anni non c’è stato un solo giorno in cui almeno uno dei mezzi di informazione non abbia riportato episodi connessi e oggetto di indagine da parte delle forze dell’ordine e/o della magistratura. E il fenomeno ha registrato una crescita esponenziale fino ad arrivare alle dimensioni attuali che riempiono quotidiani e tg. Se un martellamento quotidiano per trenta anni non è sufficiente a far capire al cittadino in che tipo di letame sguazzano felici certi personaggi e che i danni di tali comportamenti li pagheranno lui i suoi figli e i suoi nipoti, allora qualunque cosa io possa scrivere non lo smuoverà certo dal suo stato vegetativo.
I casi sono così vasti e in alcune aree e ambiti lavorativi talmente radicati che è difficile fare una stima corretta, siamo comunque a danni per svariate decine di miliardi, non saranno certo i 60 citati (a sproposito) anche dalla nostra corte costituzionale, ma non siamo certo sotto i 25-30 miliardi annui come danni direttamente collegati. Dal mio punto di vista in questo tipi di reato, è comunque inutile stimare danni, bisogna invece iniziare a colpire i malfattori recuperando i frutti del malaffare. la sola cosa da fare è punire i colpevoli in maniera “totale” togliendogli tutto quello che hanno illecitamente arraffato, risalendo anche ai beni dei familiari, ove non siano sufficienti a ripagare il danno togliere anche i diritti civili acquisiti, solo per ultimo ove impossibile recuperare il maltolto, condannare al carcere.
Incompetenza
È un lungo filo quello che nel tempo lega la scarsa o nulla competenza dei nostri esponenti politici anche quando si auto-inseriscono alla voce “tecnici”.
Sono più tecnici o politici quelli che hanno svilito per mancanza di interesse personale il settore turismo vero traino della nostra economia? e che dire di chi ci ha infilato nella moneta comune portando al collasso la nostra industria oltre alla piccola e media impresa, erano tecnici o politici? Di chi si è creato la propria ricchezza con ricchi stipendi e vitalizi da principi mentre portava il monte debito pubblico a raggiungere vette inusitate vogliamo dire che è un tecnico o un politico? (personalmente userei un’altra definizione ma temo sia prevista nel codice civile e penale pertanto mi astengo) E sono possibili altre centinaia di migliaia di esempi dal politico di alto “profilo” fino al sindaco del piccolo comune …..
Il buco nero dei comuni
Sommando Corruzione e altri atti illeciti all’Incompetenza, uno dei maggiori danni, che il sistema politico-burocratico fa allo Stato e ai cittadini è localizzato nei piccoli e grandi comuni. A differenza di quasi tutte le altre “deviazioni” che investono l’etica e/o il codice penale, qui i casi sono talmente elevati di numero e per le più disparate tipologie e importi in denaro che risulta impossibile giungere a una stima attendibile, si va dal comune grande che fa tante piccole cose a quello piccolo che ne fa di grandissime. Ci sono svariati piccoli comuni con 5mila-10mila abitanti, che in soli 5/15 anni hanno accumulato deficit da 5-10 milioni di euro! altri comuni vantano infrastrutture e opere incompiute o finite e non utilizzate per decine e decine di milioni. Consulenze date a caro prezzo e senza reale necessità, magari a familiari e amici. La lista degli sprechi e delle ruberie qui è semplicemente infinita, idem quella dei danni, soprattutto ambientali.
È peggio un politico corrotto o uno incompetente ?
è una domanda antica alla quale non è semplice rispondere, in linea teorica sarebbe meglio il corrotto ma competente, poiché con competenza riuscirebbe a intascarsi i proventi del malaffare, riuscendo al contempo in opera di governo di interesse popolare e nazionale. Praticamente politici come li hanno in molte nazioni del Mondo comprese le nostre vicine europee. Sì anche in germania e svizzera o usa e canada hanno politici corrotti che intascano bustarelle, ma da quelle parti si ha ancora un discreto senso del pudore, l’opinione pubblica non fa sconti la giustizia è severa e le pene sono certe, così il politico “ruba” ma senza perdere il controllo o eccedere, e comunque in linea di massima persegue gli interessi della nazione e del popolo. In italia invece con l’aria di impunità che gira siamo arrivati al massimo della negatività e abbiamo politici al contempo corrotti e incompetenti, per questo motivo siamo nella merda! E non bisogna mai dimenticare che in questa situazione ci siamo messi con le nostre mani, perché siamo noi con il voto che eleggiamo i nostri rappresentanti,
che poi la grande maggioranza degli italiani abbia capito cosa è veramente il voto è altra, e purtroppo pesante, questione
Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri, traditori, non è vittima, è complice.
(George Orwell)
Un politico, per essere un buon politico, deve avere pochi ma essenziali requisiti
- Essere onesto e avere senso dello Stato
- Essere competente
- Lavorare per le future generazioni
Niente di tutto questo è strutturalmente individuabile nel panorama politico/burocratico della nostra nazione. Ogni governo succedutosi negli ultimi tre decenni non ha fatto altro che peggiorare le condizioni generali economiche e sociali preesistenti al suo insediamento, qualunque sia il lasso di tempo preso in esame e indipendentemente dalla coalizione al potere (da destra a sinistra abbiamo avuto una completa rappresentanza parlamentare e ideologica)
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Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, avete avuto una rappresentazione sommaria dei costi e delle conseguenze del voto, quindi non resta che tirare le somme e rispondere alla domanda iniziale. Cos’è il voto? Che significa votare?
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Come da programma del Movimento di ricostruzione, implementando capitoli, punti e singoli passaggi, il risparmio possibile nella spesa statale è stimabile in 135 miliardi di euro annui (la cifra tiene conto anche dei capitoli di spesa derivanti dalle riforme per 24mld e degli effetti recessivi determinati dai minori consumi -tanti parassiti senza più capacità di spesa- che impatterà sui risparmi nella misura di 19mld annui (media primi tre anni), ma si tratta di consumi che già oggi pesano totalmente sul debito pubblico, quindi non sono altro che zavorra). Cifra che potrebbe riequilibrare la spesa per il servizio del debito pubblico, abbassando al contempo il costo del lavoro. Ridando slancio al settore turismo per primo, ma anche al sistema industriale, in particolare della piccola e media impresa, e alla ricerca.
Quale sarà la nostra situazione fra cinque/dieci/venti anni lo decidiamo oggi. Possiamo far pagare il conto a chi si è riempito le tasche e ci ha portato alla situazione disastrosa attuale o possiamo pagarlo noi e farlo pagare ai nostri figli e nipoti, la scelta è nelle nostre mani.
Movimento di Ricostruzione
l’articolo seguente “Manifesto”
descrive le conseguenze, estremamente negative, del voto sul versante industriale, economico e finanziario…… Abbiamo così la prima e la seconda parte del nostro voto: strutturazione/conseguenze
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Per la descrizione di ogni passo sono state usate fonti fra le più disparate, da quella governativa a quella istituzionale, dai quotidiani “storici” ai nuovi disponibili sul web, oltre naturalmente opinioni e conclusioni mie personali; a dimostrazione che per una informazione il più possibile corretta ogni punto di partenza può essere utile, l’importante poi è sempre non fermarsi al primo passo ma approfondire cercando conferma o smentita da altre fonti e soprattutto usando logica personale, perché la nostra mente se usata con obiettività e raziocinio è fonte primaria di logiche conclusioni.